Istantanee crude e potenti del nostro presente, capaci di imprimersi nell’anima, di scuotere le coscienze, ma anche di offrire prospettive di riscatto attraverso gli strumenti dell’amore e della speranza.
“I fiori del coraggio”, il nuovo libro di Silvana Stremiz ha il potere di scrutare nell’intimo, regalando spiragli di luce.
Ogni lirica è un viaggio nei meandri più nascosti dell’anima, fatto di percorsi sinuosi e di infinite e complesse sfaccettature.
Sfogliando le pagine della silloge, il lettore non può non rimanere colpito da versi potenti come stilettate all’anima. “Urli e picchi duro ma non sei il più forte, soltanto un vigliacco che senza altri vigliacchi come lui non avrebbe nessuna speranza”, si legge ad esempio nella poesia dedicata alla piaga del bullismo. Parole che non lasciano spazio all’interpretazione.
La raccolta poetica della Stremiz è un percorso che si dipana tra il dolore atroce della guerra in “Pianti di madre” “Ho sentito pianti di madre piegati in due su una tomba urlando un nome che non abbracceranno più”, e “Siria”, dove versi carichi di passione tracciano il ritratto della protagonista, forte e fragile allo stesso tempo.
Alchimia delle emozioni.
In una sarabanda tumultuosa l’autrice affronta poi argomenti forti e dolorosi come l’anoressia ed il suicidio, il traffico di bambini , il fanatismo religioso, gli attentati terroristici, lo scempio ecologico che sta uccidendo il nostro pianeta. Terribilmente efficace, a questo proposito, è “Un grido sale dagli oceani”, lirica che chiude la silloge con un canto di dolore per la “Terra” violentata, mutilata e distrutta dai suoi figli.
Le istantanee della Stremiz catturano il buio, ma anche la luce. Esistono le atrocità, ma esiste anche la speranza.
Nella lirica “Ho voglia di credere”, la poetessa trasmette un messaggio inequivocabile: nonostante i dolori, le sconfitte e le vicissitudini della vita… nonostante tutto… il cuore può ancora scegliere ciò che rende la vita degna di essere vissuta: l’amore, l’amicizia, gli affetti sinceri.
Attualità e impegno sociale, ma anche sentimento, quindi. Un fiume di ricordi, ad esempio, riporta all’infanzia ed alle radici della poetessa nelle liriche “Remanzacco”, “Stremiz” e “Mi ricordo la neve, il Natale”.
Toccante, infine, l’omaggio al Poeta friulano Pierluigi Cappello, venuto a mancare prematuramente dopo una vita non certo facile e segnata dalle sofferenze.
Un libro tutto da leggere, dunque. Da assaporare verso dopo verso.
Nulla alla fine di questo percorso può essere più come prima. Le parole della Stremiz sono chiavi in grado di aprire gli occhi… della mente e dell’anima.
Annalena Cimino